Avvalendomi della facoltà concessa dall’art. 37 del Regolamento comunale della Città di Bellinzona, il sottoscritto consigliere comunale, unitamente al gruppo PLR, presenta la seguente Mozione Mobilità degli apprendisti.
Premessa:
Ad aprile 2018 l’Ufficio federale di statistica (UST) ha pubblicato i risultati di uno studio realizzato su 89mila titolari di un titolo del grado secondario II. Lo studio mette in risalto che unicamente il 2% dei titolari di un Attestato federale di capacità (AFC) non trova lavoro a 42 mesi dall’ottenimento del titolo. Questo dato conferma l’elevata qualità del modello della formazione professionale, il quale è stato ed è tutt’oggi
esempio nel mondo.
Nonostante gli ottimi risultati ottenuti, lo studio evidenzia però anche che a livello nazionale il 19% dei neodiplomati si iscrive almeno una volta alla disoccupazione nei primi 30 mesi dal diploma. Questa
percentuale sale a 28% nella Svizzera francese ed addirittura al 38% nella Svizzera italiana. Si specifica che nella maggior parte dei casi i periodi di disoccupazione sono di breve durata (sino ad un totale di sei mesi cumulati). Considerando i sempre più crescenti costi che i comuni sono chiamati a sostenere per l’aiuto sociale, si ha tuttavia certamente l’interesse di ridurre le ultime percentuali sopra esposte.
Ogni professione è retta da un’Ordinanza sulla formazione e un piano di formazione dettagliato per i tre luoghi di formazione: il posto di tirocinio, la sede scolastica e i corsi interaziendale. Nel rispetto delle leggi federali e cantonali in materia, i corsi interaziendali sono di competenza dell’organizzazione del mondo del lavoro di riferimento per la specifica professione e il cantone è designata ente di vigilanza. Il Regolamento cantonale sui corsi interaziendali del 7 settembre 2010 specifica questa vigilanza. Si ritiene tuttavia che vi siano margini di manovra che non debbano per forza essere di competenza del
Cantone (Divisione della formazione professionale): un’esperienza lavorativa in un’altra azienda o ente, anche se ridotta nel tempo, permetterebbe all’apprendista di ampliare la sua veduta sul mondo del lavoro ed in particolare sulla sua professione. In questo senso, l’estensione di una mobilità a livello nazionale permetterebbe alla persona in formazione di paragonare il proprio metodo formativo con quello di altre località in Svizzera, approfittando delle eventuali differenze didattiche e/o sociali oltre che ovviamente ad avere un primo approccio con l’apprendimento diretto di una lingua nazionale. Si ritiene che una tale mobilità possa migliorare l’introduzione delle/dei neodiplomate/-i nel mondo del lavoro e certamente possa permettere alle apprendiste e agli apprendisti di vivere un’esperienza senza dubbio interessante.