Vogliamo le officine in Ticino, il tempo stringe

Il dibattito politico sul futuro delle Officine FFS entra più che mai nel vivo. Lo scorso mese di giugno infatti sia il Municipio di Bellinzona, sia il Cantone hanno licenziato i messaggi per lo stanziamento dei rispettivi crediti – 20 milioni la Città e 100 milioni il Consiglio di Stato – volti a favorire l’edificazione di un nuovo stabilimento industriale all’avanguardia delle FFS in Ticino e, conseguentemente, riqualificare il comparto attuale con l’acquisizione di quasi la metà di quel sedime per la realizzazione, fra le altre cose, di un polo tecnologico.

L’aspetto fondamentale e di centrale importanza, si chiaro, è quello di mantenere in Ticino un’attività che occuperà oltre 200 persone per almeno i prossimi sessant’anni. Altri posti di lavoro verrebbero inoltre creati grazie allo sviluppo del polo tecnologico sul sedime delle attuali Officine.

Purtroppo alle nostre latitudini troppo spesso ci si perde in diatribe e polemiche, le quali, seppur anche legittime e comprensibili, fanno purtroppo perdere di vista l’obiettivo principale indicato sopra. La mia preoccupazione è che la serie e il protrarsi di prese di posizione polemiche possa creare un pericoloso stallo, rafforzando di fatto candidature d’Oltralpe e non in Ticino come alternativa concreta al nostro Cantone, ben più di quanto possa aver detto il monito lanciato recentemente da CEO delle FFS. Sarebbe un peccato mortale perdere l’occasione di far convergere in Ticino le attività di manutenzione leggera e pesante di flotte di treni che fra pochi anni dovrebbero invece essere pianificate altrove.

Il tempo utile sta per scadere. Auspico pertanto che si passi alla concretezza, certo approfondendo e discutendo i due Messaggi nei relativi consessi istituzionali, ma arrivando anche in tempi rapidi alla loro approvazione. 

È in gioco un’opportunità unica per il nostro Cantone. Occorre essere accorti nello sfruttarla e non lasciarcela sfuggire.

Marco Nobile, Presidente PLR Bellinzona