«La realizzazione del Nuovo quartiere Officine è l’occasione per avere una sede amministrativa e, perché no, pure formativa, della SUPSI anche a Bellinzona». Nel dibattito in corso sui contenuti del comparto che sorgerà al posto dello stabilimento industriale (destinato, come noto, a Castione), si inserisce pure il capo Dicastero territorio e mobilità di Bellinzona Simone Gianini. Interpellato dal CdT, mette sul tavolo un’ipotesi già ventilata alla presentazione, lo scorso 22 ottobre, del progetto vincitore per la pianificazione dell’area di 120.000 metri quadrati. Un’ipotesi che sta prendendo viepiù consistenza, benché non vi sia ancora nulla di ufficiale. Negli ultimi tempi si è parlato altresì del Liceo e dell’Arti e mestieri. Quei terreni, insomma, destano molto interesse anche nel campo della formazione. Vuoi per la vicinanza alla stazione ferroviaria e vuoi perché l’idea alla base è stimolante: verrà costruito, a tappe, un intero nuovo quartiere multifunzionale.
Il focus sulla formazione
La chiacchierata con il nostro interlocutore parte dalla possibilità di accogliere anche all’ombra dei castelli una sede della Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana. «L’istituto è già presente in modo diffuso sul territorio ticinese – a Lugano, Manno, Locarno e, a breve, pure a Mendrisio – ed è confrontato, a tutt’oggi, malgrado i nuovi campus e i progetti già previsti, con la necessità di trovare spazi supplementari. L’auspicio è quindi quello di vedere una sede importante anche a Bellinzona, sia amministrativa, sia formativa, ad esempio nel campo delle cure infermieristiche, il cui interesse è crescente e che ben si abbinerebbe con la scuola professionale specializzata già presente in città. Perché non immaginare delle sinergie in questo ambito? Tanto più che uno dei pilastri portanti della politica di sviluppo del nuovo Comune sono proprio le scienze della vita», esordisce Gianini.
«Scelte strategiche»
La capitale, sviluppatasi in passato soprattutto grazie ai posti di lavoro creati dalle ex regie federali e dall’amministrazione cantonale, sta infatti cercando di forgiare una nuova identità. Non ci è voluto molto per individuare nel campo biomedico l’opportunità che le consenta di consolidarsi e svilupparsi. La presenza dell’Istituto di ricerca in biomedicina (IRB) è una certezza: entro l’estate, all’ex campo militare, verrà completata la nuova sede, nella quale verrà trasferito anche l’Istituto oncologico di ricerca. Bellinzona è poi stata recentemente scelta dalla Fondazione Agire (di cui Simone Gianini è membro del Consiglio di fondazione), oltre che luogo finale della filiale ticinese del Parco svizzero dell’innovazione, anche quale sede del Centro di competenze delle scienze della vita, che è previsto trovi posto nei laboratori in via Vela lasciati liberi proprio dall’IRB. Senza dimenticare il nuovo ospedale che verrà realizzato entro il 2035 dall’Ente ospedaliero cantonale alla Saleggina, al posto del vetusto San Giovanni e con possibilità di ulteriore sviluppo: «Si tratta di scelte strategiche chiare e coerenti tra di loro, in cui crediamo molto. Sono anni e progetti cruciali per avere in futuro una Città e una regione forti».
Sondaggio, buona rispondenza
Si capisce quindi perché, nonostante l’emergenza sanitaria e le relative conseguenze economiche che colpiscono pure gli enti pubblici, si stia lavorando anche a progetti di simile portata. «L’immediato dopoguerra ce lo insegna. È proprio in momenti di crisi come quello che stiamo vivendo che, oltre ad occuparci della difficile quotidianità e dei problemi di corto termine, non bisogna restare attendisti o peggio ancora immobili sulle visioni future, ma innovarsi e creare le condizioni per tornare a crescere economicamente», puntualizza Gianini.
E uno degli elementi su cui si intende puntare per imprimere un’accelerazione allo sviluppo economico e sociale con la creazione di nuovi posti di lavoro è proprio l’innovativo quartiere delle Officine, verso cui, come detto, l’interesse non manca. Ne è fedele testimonianza la rispondenza al sondaggio lanciato dalla Città in dicembre dopo la mostra dei risultati del Mandato di studio in parallelo (MSP), visitata da oltre 4.500 persone. Sono rientrati 440 formulari, in fase di analisi, di cui l’80% da parte di domiciliati nella Turrita, il 15% nel distretto e il restante 5% al di fuori del Bellinzonese: «Sulla base del progetto selezionato dalla giuria dell’MSP (quello del team sa_partners-TAM associati-Franco Giorgetta Architetto Paesaggista; ndr.), del dibattito sviluppatosi anche sui media e del sondaggio, è ora in allestimento la documentazione per la variante di Piano regolatore da trasmettere per esame preliminare al Dipartimento del territorio. In questo ambito si stanno approfondendo aspetti come le fasi di realizzazione e il riutilizzo transitorio di strutture esistenti per garantire uno sviluppo armonioso. Centrale sarà anche la forma di governance. Si tratterà di avere delle regole che garantiscano qualità e sostenibilità, ma anche sufficiente flessibilità per permettere agli architetti che parteciperanno ai futuri concorsi di sviluppare dei progetti attrattivi e, in generale, per cogliere le occasioni di contenuto che si presenteranno sull’arco di più decenni. Dopodiché vi sarà ancora una fase d’informazione pubblica e il relativo messaggio passerà al vaglio del Consiglio comunale, idealmente, entro la fine del 2021».
Alan Del Don
Pubblicato sul Corriere del Ticino di martedì 16 febbraio 2021