Imposte, negozi e sviluppo: Käppeli replica al fuoco amico

laRegione, 06.03.2024 di Marino Molinaro

Bellinzona: il municipale liberale-radicale, capodicastero Finanze ed economia, risponde punto per punto alle critiche espresse da tre suoi compagni di lista

Nel confronto elettorale del 28 febbraio fra tre candidati liberali-radicali alla carica di municipale lasciata libera dal vicesindaco di Bellinzona Simone Gianini, più suggestioni critiche sono state formulate da Vito Lo Russo, Patrick Rusconi e Tiziano Zanetti in particolare al Dicastero finanze, economia e sport diretto dal collega di lista Fabio Käppeli. In sintesi, non farebbe abbastanza per controllare la spesa pubblica, promuovere l’economia locale e ridurre il prelievo fiscale.

Rusconi ha detto che lei lo scorso autunno ha tentato di convincere i granconsiglieri di Bellinzona sulla necessità di bocciare in Parlamento (che ha poi deciso diversamente) la revisione della Legge tributaria cantonale. Un conto è la email inviata ai deputati con cui il Municipio ha difeso la propria causa senza poi però aderire alla proposta di referendum dei Comuni; un altro è fare “pressione estenuante per settimane”. Cosa risponde?

Non ritengo di dovermi giustificare. Quanto fatto rientra nel normale confronto, sui temi più disparati, fra membri dello stesso partito attivi in istituzioni diverse e perciò con interessi che puntualmente possono essere contrapposti. Vista la preoccupazione del Municipio per una perdita annua stimata in 1,3-1,5 milioni improvvisamente prospettataci a Preventivo 2024 ormai chiuso, ho ritenuto opportuno capire quale fosse l’opinione maturata dai rappresentati della nostra sezione, quindi anche fra i nostri granconsiglieri, due dei quali sono anche consiglieri comunali e ora candidati al Municipio.

Fosse stato lei ancora granconsigliere Plr, oppure soltanto granconsigliere anziché municipale, cosa avrebbe votato?

È positivo il fatto che in Gran Consiglio ci siano diversi rappresentanti dei Comuni, che portano la conoscenza di queste realtà. Io stesso lo sono stato. Ma purtroppo vedo poca consapevolezza in generale sul reale margine d’azione lasciato all’istituzione più vicina al cittadino. Comuni sempre più ‘sportelli’ del Cantone la cui spesa riversata – totalmente vincolata per il 65% e fortemente limitata da altre norme di rango superiore per un altro 15% – aumenta di anno in anno in modo molto sostenuto. Un addebito diretto sul quale i Comuni non hanno margine di manovra. Peraltro, la riforma che inizialmente era stata improntata dal Dipartimento finanze ed economia a beneficio dei redditi alti, improvvisamente e senza la benché minima condivisione dei Comuni è stata stravolta introducendo una riduzione delle aliquote dell’1,66% per tutte le fasce reddituali (ndr: compromesso indicato dalla Commissione della gestione e accolto dal governo per compensare il ritorno dal 97 al 100% del coefficiente cantonale d’imposta). Perciò sì: visto che i Comuni devono già risparmiare per mantenere i conti in equilibrio laddove per l’80% del totale se li ritrovano addossati senza poter dire nulla, con queste tempistiche e modalità avrei bocciato la modifica della Legge tributaria, come fatto dal municipale Plr di Locarno e deputato Nicola Pini.

Ma allora perché il Municipio, di fronte al trattamento subìto dalla politica cantonale, non ha aderito all’ipotesi di referendum dei Comuni leventinesi? Bellinzona ha perso l’occasione di lanciare un messaggio forte e chiaro.

Su una misura che va sì a pesare sulle casse comunali, ma è pensata a favore del cittadino contribuente, abbiamo ritenuto inadeguato e non proporzionato attivare uno strumento così forte che avrebbe acuito lo scontro fra istituzioni e la confusione agli occhi del cittadino. Scontro e confusione peraltro già presenti in vari ambiti e dunque da evitare laddove possibile. Questo a beneficio di un dialogo che Città e Comuni devono invece poter mantenere con le istituzioni cantonali per arrivare a ridefinire le rispettive competenze, recuperando gli obiettivi iniziali della riforma Ticino 2020. Ciò indipendentemente dal suo esito, che per la strada presa appare oggi segnato.

Sempre Lo Russo, Rusconi e Zanetti sostengono poi che il Municipio certe risorse dovrebbe semmai cercarle eseguendo fino in fondo la revisione della spesa i cui effetti finora sarebbero solo parziali. E ottimizzando l’amministrazione comunale, senza tuttavia incidere sui servizi. Non condivide?

Come detto prima, l’autonomia completa del Comune è ridotta al 20% della spesa totale. Rispondo con una domanda: dovremmo forse operare tagli, per fare solo qualche esempio, nelle agenzie postali riprese dalla Città, nelle settimane di scuola fuori sede, negli eventi, nella cultura, nella promozione economica o nel polo biomedico? Ad ogni modo abbiamo approntato e ottenuto miglioramenti in più ambiti. Ad esempio il fatto che lo scorso autunno l’agenzia di rating Moody’s abbia giudicato d’alta qualità il livello finanziario della Città di Bellinzona assegnandole la valutazione AA3 (ndr: la stessa di Lugano, mentre il Cantone ha un AA2) ci permette di ottenere vantaggi significativi sul medio termine. Limitando la valutazione ai soli prestiti che stavamo rinnovando in quei giorni di fine ottobre, per un totale di 40 milioni, con tassi d’interesse del 20-25% inferiori, in quattro anni avremo meno oneri per almeno 700mila franchi.

Ma è anche migliorata la tanto auspicata efficienza dell’amministrazione comunale?

Certo, e questo in cosa si traduce? Non in una riduzione del numero di persone impiegate ma in più compiti e servizi offerti all’utenza, perché attesi, ma con le stesse risorse. Infatti l’aggregazione nel 2017 ha reso evidente la necessità di rispondere a un’aspettativa di qualità in tutti i quartieri, portando altresì nuovi compiti. Un contributo in tal senso arriverà dall’imminente assunzione di un ‘care manager’ che fra i compiti avrà anche una migliore gestione delle assenze di personale. E ancora, le sinergie fra settori: per assicurare i picchetti diurni del Corpo pompieri abbiamo spostato in quell’ambito talune competenze dai Servizi urbani comunali.

Intanto sono rincarate le tariffe elettriche e le tasse per acqua e rifiuti. È realmente fattibile, come auspicano i tre suoi colleghi di partito, ridurre il moltiplicatore d’imposta, che è il più alto fra le città ticinesi?

Gli ultimi bilanci comunali, anche quello del 2023 che chiuderà con un leggero avanzo, confermano la crescita del gettito fiscale. Ciò che però sta riducendo, prima del previsto, il contributo di livellamento di cui beneficiamo. L’anno prossimo entrerà poi in vigore l’ultima tappa della riforma fiscale sulle persone giuridiche che ci toglierà altre risorse. E che prevede anche la possibilità di diversificare il prelievo fiscale rispetto alle persone fisiche. Durante la prossima legislatura si potrebbe immaginare di iniziare a ridurre il moltiplicatore per società e ditte, il cui gettito ammonta al 12% del totale, così da rendere Bellinzona ancora più attrattiva senza pesare troppo sulle casse comunali. Miriamo insomma a favorire ulteriormente l’insediamento di nuove attività economiche, specialmente in ambito biotecnologico per il quale abbiamo già fatto molto. A beneficio anche dei cittadini paganti.

Criticato anche il Servizio comunale per la promozione economica. Secondo Lo Russo dovrebbe attivarsi maggiormente. Sempre dall’intervista traspare l’opinione che i commerci non sarebbero tutelati a sufficienza. Concorda? O ha qualche esempio virtuoso da esporre?

Il servizio dal prossimo autunno avrà un responsabile proprio che potrà chinarsi in prima persona su diversi temi strategici, fra cui anche il Quartiere Officine e il Parco dell’innovazione in esso previsto.

L’aggregazione risale al 2017 e tutt’oggi manca ancora un responsabile del servizio?

Confrontati con la necessità di mantenere l’equilibrio dei conti, abbiamo ritenuto di non poter procedere prima in tal senso. Ora, guardando alle sfide imminenti, pubblicheremo il concorso d’assunzione. Comunque, anche senza responsabile, il direttore del settore finanze e il segretario comunale hanno seguito da vicino alcuni temi strategici. Cito ad esempio la valorizzazione turistica della Fortezza, l’insediamento di startup in ambito biomedico, il Tavolo di dialogo industria e artigianato e quello dedicato ai commerci che mira a connettere gli attori presenti sul territorio che non avrebbero altre occasioni di confronto. Tavolo che ci permette una condivisione degli intenti e un ascolto attivo per recepire le varie esigenze, fra cui quella di agevolare i negozianti nell’utilizzo del suolo pubblico. Esigenza che sarà considerata nella revisione dell’apposito regolamento, anche rinunciando a qualche introito. Dopo la pandemia siamo inoltre andati incontro alle esigenze di bar e ristoranti autorizzando un uso più esteso del suolo pubblico senza aumentare le relative tasse. Tavolo al quale siedono peraltro anche i rappresentanti dei proprietari degli stabili, i quali confermano la grande attrattiva di Bellinzona.

Eppure talune recenti chiusure di negozi (Quintorno, Chocolat Stella, Switcher) sembrano indicare un Municipio incapace di reagire a determinate dinamiche private che concernono, in definitiva, un servizio al pubblico.

Si è lavorato molto per rendere la città più attrattiva e vivibile. Lo testimonia la costante crescita demografica e delle attività economiche, come si è ben visto ad esempio con Banca Migros completamente rinnovata l’anno scorso in viale Stazione e con lo studio d’ingegneria Afry che ha ora concentrato a Bellinzona la sua presenza ticinese portando qui duecento posti di lavoro. Sebbene mi preoccupino la diminuzione del potere d’acquisto (ndr: come evidenziato dalla titolare di Switcher da noi intervistata), passeggiando fra le vie del centro non vedo tanti locali vuoti o una città spenta. Ci sono anzi ricambi con superfici anche di dimensioni importanti che sono state rinnovate, come accaduto per l’ex negozio di scarpe Divarese. Quanto a Manor, dopo le chiusure annunciate a Sant’Antonino e Balerna abbiamo sul negozio di Bellinzona informazioni rassicuranti.

Infine sempre Lo Russo ripropone la gratuità dei posteggi sul mezzogiorno a sostegno dell’attività esercentesca. E taluni clienti e negozianti lamentano la prossima eliminazione della dozzina di stalli presenti accanto alla fontana della foca. È pensabile un ritorno al passato o si tratterebbe di una misura anacronistica?

L’importante è proprio riuscire a mantenere il maggior numero di posteggi. Gli autosili Cervia e Piazza del Sole sono comunque facilmente raggiungibili e hanno tariffe sostenibili. E il primo sarà ristrutturato. Non da ultimo con l’avvento del semisvincolo il parcheggio Tatti, libero durante i finesettimana, sarà meglio collegato al centro città.

Suggestione nostra: del rilancio turistico dei castelli si parla ormai da dieci anni, da quando nel 2014 il Municipio incaricò la società lucernese Erlebnisplan, specializzata nello sviluppo di attrazioni turistiche e promozione di monumenti storici e culturali, di presentare uno studio. Troppo tempo.

La Fortezza è un attrattore imponente e i tanti attori coinvolti ne aumentano la complessità. Un certo contenimento dei costi e il business plan hanno richiesto un affinamento e il tutto si è un po’ rallentato. Ma ci stiamo arrivando e il 2024 dovrebbe essere l’anno buono per lo stanziamento del credito. Fra i temi correlati vi è quello alberghiero che richiederà a sua volta un potenziamento, sul quale come promozione economica stiamo già lavorando.