Il futuro della Città non è un’ipotesi, però qualche interrogativo rimane

@CDT 29.03.2025 di Alan Del Don/ Dibattito sulla mobilità tra infrastrutture già concretizzate ed altre ancora ferme al palo - Ad 80 all’ora in autostrada? «Non serve» Biaggio (USTRA): «Entro un anno e mezzo sottoporremo il progetto del collegamento A2-A13 al Consiglio federale, il nodo resta la zona palustre»

Un secolo fa, più o meno, Bel-linzona visse un periodo di sta-gnazione demografica senza precedenti. Tra il 1910 ed il 1941 la popolazione crebbe soltan-to di 900 unità, in virtù soprat-tutto dell’aggregazione con Da-ro, Carasso e Ravecchia del 1907. Fu sorprendente, perché le zo-ne residenziali in particolare attorno alla stazione ferrovia-ria (inaugurata nel 1874) videro un aumento significativo. Og-gi sfiora i 46.550 abitanti. Se nei decenni seguenti, decisivo, fu l’«effetto Gotthardbahn» - se ci consentite l’espressione -, ai giorni nostri a finire sotto i ri-flettori è stato il cantiere del se-colo, AlpTransit. La Città e l’ag-glomerato, più di altre regioni in Ticino, hanno saputo coglie-re i benefici delle gallerie di ba-se del San Gottardo e del Mon-te Ceneri. Alla luce della strate-gica posizione geografica, cer-to, ma anche perché si sono progettate infrastrutture affin-ché la capitale non perdesse il treno. Ed altre vedranno la lu-ce nei prossimi due-tre lustri. 

Il semisvincolo soddisfa

Il punto sulla Turrita che ver-rà lo si è fatto ieri sera all’audi-torium di BancaStato nella se-rata promossa dalla sezione cit-tadina del PLR presieduta da Silvia Gada. Alla presenza di un’ottantina di persone sono intervenuti quattro relatori d’eccezione che hanno affron-tato altrettanti aspetti legati al-la mobilità, allo sviluppo urba-no, al territorio e alla pianifica-zione. A fare gli onori di casa è stato il consigliere nazionale ed ex vicesindaco di Bellinzona Si-mone Gianini, il quale ha ricor-dato i passi da gigante compiu-ti dalla capitale proprio per quanto concerne le infrastrut-ture. L’ultima, in ordine di tem-po, è stata il semisvincolo au-tostradale, aperto in modo completo lo scorso 5 febbraio dopo un iter durato oltre tre de-cenni. Trasporto privato, ma anche pubblico. A dieci anni dal rafforzamento della flotta de-gli autobus, i passeggeri sono passati da 1,5 a 3,6 milioni; con un aumento, quindi, del 140%. 

Si sogna la circonvallazione

Cosa manca, vi starete chieden-do? Due opere. Innanzitutto la circonvallazione ferroviaria della Città, ossia la tratta in gal-leria fra Gnosca e Sementina da almeno 1,5 miliardi che consen-tirebbe ai treni merci (è in ge-stazione la nuova analisi dei ri-schi) di aggirare l’agglomerato. Il Consiglio federale ne vuole riparlare dopo il 2050, ma il Municipio non intende molla-re la presa, come abbiamo rife-rito il 15 novembre. Seconda-riamente c’è il collegamento ve-loce A2-A13 tra i due poli del So-praceneri, la Turrita e Locarno. Per il progetto «Cobello», pro-posto dal Cantone, in fase di ap-profondimento a Berna, si pre-vedono costi pari a 1,8 miliar-di e sette anni di lavori. Il di-stretto locarnese del Centro ha chiesto ad inizio mese di rispolverare la variante «Panoramica 51/73», meno onerosa e realiz-zabile in tempi brevi. Il Dipar-timento federale dell’ambien-te, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni ha rispo-sto che - alla luce della boccia-tura alle urne del 24 novembre scorso del potenziamento del-la rete autostradale svizzera - è stato incaricato il Politecnico di Zurigo di definire le priori-tà in merito ai progetti di am-pliamento. «Finora, se si vuole, strada e ferrovia hanno opera-to per compartimenti stagni. Vedo favorevolmente questo nuovo approccio di Berna im-prontato sulla priorità delle opere, dal punto di vista dei co-sti e benefici e della possibilità che un determinato progetto possa venir finanziato», ha af-fermato Simone Gianini.

Basta il «nuovo» asfalto

Sulle prospettive dell’A2-A13, ma non solo, si è soffermato il vicedirettore dell’Ufficio fede-rale delle strade (USTRA) Gui-do Biaggio. Ebbene, ha sottolineato che «il nodo cruciale ri-mane quello dell’attraversa-mento della zona palustre del Piano di Magadino, protetta a livello costituzionale. Entro un anno e mezzo, in ogni modo, intendiamo sottoporre il pro-getto al Consiglio federale af-finché l’opera possa essere in-serita in modo definitivo nel Piano settoriale. Come USTRA non abbiamo nulla da eccepi-re sulla necessità del collega-mento. Per il resto quello che aspetta il Politecnico federale è un compito titanico. Da par-te nostra stiamo proseguendo con la progettazione in attesa, come detto, che il Consiglio fe-derale fissi delle priorità». Non si è per contro accennato all’eventuale copertura (o in-terramento) dell’autostrada che taglia in due Bellinzona e che è percorsa quotidianamen-te da oltre 50 mila veicoli. Co-me abbiamo scritto a più ripre-se, l’opera è contenuta nel Pro-gramma d’agglomerato di quinta generazione; si indica che gli eventuali approfondimenti, dopo lo studio di fatti-bilità, verrebbero condotti fra il 2028 ed il 2031. Un cittadino ha chiesto, tuttavia, se è fattibi-le abbassare il limite di veloci-tà da 120 chilometri orari ad 80. Biaggio ha risposto che, dopo la posa della pavimentazione fonoassorbente, non è neces-sario un adeguamento.

La direttrice regionale del-le Ferrovie Roberta Cattaneo, dal canto suo, ha fatto un giro d’orizzonte tra i principali can-tieri delle FFS. Partendo dal ter-zo binario da 200 milioni pre-visto a Bellinzona. I due ricor-si pendenti al Tribunale ammi-nistrativo federale hanno com-portato un ulteriore slittamen-to dei lavori, previsti ora tra la primavera 2027 e la fine del 2031. Quest’anno proseguiran-no le misure pianificatorie e fiancheggiatrici nel comparto di piazza Indipendenza dove dal 2032 sorgerà la fermata Ti-Lo. Nessun cenno, invece, sul-le nuove Officine di Castione (il primo colpo di piccone all’edi-ficio verrà dato in giugno) e sul quartiere innovativo che si svi-lupperà a tappe al posto dell’at-tuale stabilimento industriale. «La strada è complementare al-la ferrovia. Il problema, sem-mai, è che ognuno vuole sem-pre di più. La circonvallazione ferroviaria? Serve molta pa-zienza: oltre 30 anni», ha pun-tualizzato Cattaneo.

La politica e i troppi interessi

Investimenti importanti, quel-li citati in precedenza, in fatto di mobilità, ma altresì per le ri-cadute finanziarie e i posti di lavoro che verranno generate, rispettivamente creati, nella regione. «Certo, le infrastrut-ture hanno un impatto econo-mico significativo. Concordo con chi mi ha preceduto: la po-litica ha iniziato ad immischiar-si un po’ troppo. C’è un eccesso di opere desiderate da parte dei vari Cantoni. Per quello condi-vido la visione integrata da par-te di Berna. Non vedo il rischio di un’imposizione tecnica. L’importante è saper dimostra-re che vi sono delle necessità di intervento», ha annotato Alex Farinelli, consigliere naziona-le PLR, vicedirettore della se-zione ticinese della Società svizzera impresari costruttori, già sindaco di Comano. Loris Dellea, direttore della Conferenza delle Associazioni tecniche del Cantone Ticino, ha posto l’accento sulla pianifica-zione e sulle tempistiche. E sì, perché le lungaggini sono all’ordine del giorno a Sud del-le Alpi, a causa di questioni bu-rocratiche e, molto spesso, dei ricorsi che vengono inoltrati. A Bellinzona lo sanno bene. Co-me venirne ad una, allora, pur rispettando i processi demo-cratici? «A mio avviso il proble-ma non è tanto dovuto ai ricor-si, quanto piuttosto ad alcune incertezze che hanno allunga-to i tempi di determinati pro-getti. Penso, ad esempio, al col-legamento A2-A13». Farinelli ri-tiene invece che «l’interesse pubblico debba prevalere sui diritti individuali. Prima o poi bisognerà intervenire».